VERIFICHE FISCALI: L'AIDC DI MILANO RICHIAMA LA CORTE EDU SULL'OBBLIGO DI MOTIVAZIONE NELL'ACCESSO
- Coservice S.r.l.s.
- 18 mag
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Con il documento n. 2/025, l’Associazione Italiana Dottori Commercialisti (AIDC) di Milano ha approfondito la normativa italiana sulle verifiche fiscali, evidenziando profili di illegittimità legati alla carenza di motivazione nei processi verbali di accesso.
In particolare, l’AIDC sottolinea che, se l’avvio della verifica fiscale presso un contribuente si basa su una motivazione generica, ciò può comportare l’invalidità dell’atto impositivo successivo e, di conseguenza, l’inutilizzabilità delle prove raccolte durante i controlli. Questo vizio formale può essere fatto valere nel ricorso introduttivo contro l’avviso di accertamento, offrendo una concreta linea di difesa per il contribuente.
Il documento dell’associazione si richiama a una recente sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Corte EDU) del 6 febbraio, che ha esaminato la compatibilità della disciplina italiana in materia di verifiche fiscali con il diritto al rispetto del domicilio, tutelato dall’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Secondo l’AIDC, la giurisprudenza della Corte EDU impone agli ordinamenti nazionali di garantire che ogni accesso nei locali del contribuente sia motivato in modo specifico, per assicurare un adeguato bilanciamento tra poteri ispettivi dell’amministrazione e diritti fondamentali del contribuente. La mancata osservanza di tale principio, conclude il documento, può costituire una violazione procedurale grave, con effetti diretti sulla legittimità dell’accertamento fiscale.
FONTE: ITALIAOGGI

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